Ecologia mass media digitalizzazione 2
INIZIO SECONDO CAPITOLO
I media meccanico-chimici, elettrici, elettronici e digi- rali hanno
cambiato radicalmente, negli ultimi due secoli. la vita economica e
sociale sul pianeta, determinando lo sviluppo delle megalopoli, dei
trasporti superveloci, della specializzazione e del decentramento del
sapere, del livells- mento progressivo delle identit� etniche e
culturali, attra verso la globalizzazione dei modelli esistenziali,
produttivi e del consumo (Mattelart. 1998. panim). 17
Le fusioni tra le grandi aziende dei paesi sviluppati fa voriscono il
definirsi di mega corporazioni transnazionali. La coesione intorno ad
una lingua come l'inglese accelera i flussi d'informazione, mentre i
mercati focalizzati intorno a tre monete fondamentali (dollaro, euro e
yen), determina no unit� monetarie internazionali di riferimento a
garanzia di modelli comportamentali e di consumo uniformati
Le basi della globalizzazione, sono state gettate dalla trasformazione
sociale messa in atto dai media tradizionali: stampa telegrafo
fotografia telefono radio tv e cinema
Il cyberspazio � uno spa. zio transnazionale, che si pone al di fuori
di una sociers non- definibile appartenenza geopolitica. Uno spazio
globale nel quale � possibile penetrare superando qualche sbarramento
tecnico ed economico
Il cyberspazio � una terra virtuale intermedia, totalmente artificiale, dove ogni cittadino del pianeta pu� sentirsi
benvenuto e accolto nelle comunit� virtuali, alla ricerca di
informazioni, di dati, di conoscenze, fra le pi� disparate.
provenienti da un'umanit� transfrontaliera (Levy, 1996
Gli eventi fondamentali di questa civilt� interetnica, che prende
ispirazione dalle forme e dai segni tipici del mondo tecnologico, sono
i singoli dati che viaggiano sulle auto strade dell'informazione,
quando sono immessi nei reticoli di cavi che avvolgono il pianeta o
quando sono avviati in onda dallo spazio immediato delle orbite
satellitari. Il tec nomondo (mondo contemporaneo plasmato dalla
tecnologia high tech), come lo possiamo d'ora in poi chiamare, simile
ad un bozzolo, pu� essere navigato virtualmente in tempo reale, in
lungo e in largo.
Questi segnali indicano che i concetti di Stato e di 'Na-] zione sono
solo dei residui dell'era della ferrovia e della stampa nazionale
quotidiana, realt� ormai in via di smate rializzazione poich� fanno
fatica a dare quelle risposte che la societ� mondializzata chiede.
Si render� presto necessaria una leadership mondiale, palese e
condivisa, gi� in via di formazione, che dissolva i confini, ormai
virtuali, delle na zioni, i quali sono stati resi traforabili dalla
caduta del con trollo su una parte dell'informazione e sulla
sopravvenuta inutilit� dei muri doganali ingombranti e antieconomici
che l'e-commerce spazza via con un clic.
I "L'insieme di audio, video e dati
viene chiamato multimedia, sem- bra, complicato, ma non � altro che una
mescolanza di bit". Il multi media nasce quando almeno due media sono
digitali e i bit si possono mescolare facilmente" (Negroponte, 1999, 8).
L'idea del pianeta Terra come un unico essere vivente sul piano
dell'apertura mentale, molto pi� ampia del mo- derno concetto di
globalizzazione. Tuttavia la rivoluzione digitale ci ritribalizza e ci
spinge verso una lettura comples siva del fenomeno mondo. Il processo
di tribalizzazione, vale a dire la rimozione virtuale delle distanze
fra gruppi e individui lontani fisicamente, era in via d'attuazione gi�
all'avvento dell'era clettrica che aveva abbreviato i tempi della
circolazione delle notizie e rimpicciolito il pianeta alle dimensioni
di un villaggio'. Il telegrafo, il telefono, la radio e la televisione
sono stati alla base della tribalit� elettrica: grazie a loro ogni
posto del mondo � diventato un centro direzionale (McLuhan, 1967,
Dopo i viaggi dovuti ai nuovi metodi di trasporto che cosa ci aspettava
all'approdo di una traversata occanica o dopo un volo in
tercontinentale? Questo bisogno d'immagini di paesi lon tani, di altre
terre e di altri mercati, che la fotografia aveva solo iniziato a
descrivere con istantanee indimenticabili, diede l'impulso per un'altra
cruciale invenzione: il cinema. Il cinema era in grado di mostrarci
questo mondo esotico non importa se reale o ricostruito, pieno di
risorse e pro spettive, in tutto il suo spettacolare movimento. Il
cinema, composto da un sistema di meccanismi che trascinano una
pellicola la cui emulsione chimica trattiene immagini, � un parente
stretto del mondo della civilt� meccanica (dal qua le eredita il suo
linguaggio ripetitivo) e della chimica (dalla quale eredita la capacit�
di simulare illusioni). Il cinema, se dovessimo chiamarlo con un nome
adeguato alla sua natura tecnologica, potrebbe essere messo all'indice
con il nome: 'ripetitore di illusioni.
In realt�, il linguaggio verbale � l'archetipo di tutti i mezzi di
comunicazione, poich� ad esso sono collegati tutti i media che sono
venuti in seguito. Non c'� manoscritto o web site che non presenti
tutti i contenuti strutturali del linguaggio verbale. Non c'�
leggibilit� (stampa), cosi come non ci sono cinema. Tv E radio, senza
linguaggio verbale. Il linguaggio verbale � un vero e proprio
archemedia (il mezzo di comunicazione pi� antico, come il suono),
infatti si serve del suono naturale. Dal linguaggio verbale derivano
tutti i media venuti in seguito, esso contiene tante possibilit� di
manipolazione e di sviluppo (Cfr. 1.1 sgg.).
C'� chi ipotizza il declino
definitivo del linguaggio ver bale in un futuro dove nel cyberspazio i
linguaggi, proba bilmente, saranno di natura visuale o mista,
verbale-visua le, e potranno generare una surlangue (Levy, 1996, 21).
11 superamento del linguaggio verbale e la sua sostituzione
arrecherebbero un taglio enorme alla memoria collettiva dell'intero
pianeta:
con il dispiegamento del cyberspazio globale, na sce il problema della strutturazione del sapere per mano di una societ� egemone, che rischia di prati care dei tagli selettivi alla propria memoria colletti va (Mattelart, 1998, 137).
Sul piano dell'individuo � difficile immaginare la sout tuzione del
linguaggio verbale, con un altro tipo di lin guaggio, che abbia le
stesse caratteristiche e funzioni. Epi plausibile pensare che il
linguaggio verbale si evolver� come ha sempre fatto, si semplificher� e
acquisir� nuove parole e nuove espressioni, ma rester� senz'altro una
forma di co municazione intima e a forte vocazione relazionale.
La rivoluzione digitale, come le altre rivoluzioni che Thanno
preceduta, si serve anch'essa del linguaggio verbale. magari con
l'ausilio prevalente di una sola lingua, l'inglese, al posto delle
migliaia e migliaia di idiomi che erano usati nel mondo dell'oralit�
non ancora rivoluzionata e impove rita da strumenti e tecnologie.
La comunicazione implica, ordinariamente, l'uso dei sensi per la
percezione, poi l'uso della mente che elabora le percezioni, e la
funzione della coscienza che comprende le informazioni ricevute e che
quindi medita una rispo sta. Tutto questo processo, che si pu� chiamare
dell'ela barazione della comunicazione, sostanzialmente non muta con
l'avvento delle rivoluzioni nel campo dei media. Piut tosto si pu�
osservare, ricalcando il pensiero di Marshall McLuhan, e con maggiore
intensit� per gli ipermedia, un raffreddamento dell'intero processo
della comunicazio ne, tuttavia le modalita dell'interfaccia sensoriale
umana rimangono praticamente invariate.
Tramite i sensi, tutti ben presenti e attivi, si esercita la
comunicazione orale, nel mondo quotidiano e nel presente immediato
(senza mediazione).
La rivoluzione digitale nei media accentua la freddezza nelle relazioni
umane ancora pi� dei cugini clerici (tele- grafo, telefono, radio e
Tv). E necessario che l'individuo sia isolato altrimenti il cyberspazio
a che serve? L'isolamento giustifica la rete mondiale (www) e la rende
necessaria.
In generale, tutti i media provocano un certo raffredda
mento della comunicazione orale e, come frutto, produco no l'isolamento
degli individui durante il tempo d'utilizzo, Il transatlantico,
l'aereo, il treno, il cinema creano ad esem pio delle piccole comunit�
di navigatori spaziali e imma ginari. Mentre la Tv e l'automobile
inaugurano le piccole comunit�, spesso ristrette al solo ambito
familiare, che na vigano sulle stesse strade e negli stessi programmi,
senza
entrare mai in contatto fra loro se non incidentalmente'.
L'apogeo dell'isolamento dell'individuo � l'ingresso nel vero e proprio
cyberspazio. Corpo, mente ed energia dell'individuo diventano
dipendenti da una mente tempo-spazio totalmente artificiale che
ridisegna il mondo, pazzo quanto si vuole, adattandolo a noi.
Dipendenti dal puppet, il pupazzo che ci fornisce il corpo virtuale,
tramite lui e grazie alla sua entit� siamo in grado di interagire nel
mondo simulato del cyberspazio.
Quando il puppet esegue i nostri comandi abbiamo l'illusione che siamo
noi a decidere, in realt� tutto � stato deciso all'interno delle
griglie del siste ma ca noi tocca semplicemente giocare su una
scacchiera con dei confini ben strutturati e con dei ruoli predefiniti.
L'umore, d'ora in poi, non sar� pi� generato da un percor so interiore,
pi� o meno cosciente, e quindi un'emozione come la gioia non la vedremo
scaturire perch� siamo sod disfatti di azioni compiute ecc. ma,
semplicemente, in con seguenza del fatto che, nel momento in cui
vogliamo avere la gioia, la ingoiamo sotto forma di una pillola ed
eccola li a portata di mano.
sono accadute mol te cose nel nostro rapporto con il linguaggio, con il
nostro dialogo interiore (Cfr. 1.5), nell'interazione interpersona le e
nel nostro rapporto con i media che di volta in volta abbiamo
incontrato sul cammino dell'esistenza. Queste istanze interiori ed
esteriori sono l'interesse di questo libro, che, senza badare a
timorose sottomissioni alle opinioni dominanti, delinea un pensiero
critico nei confronti dei mass-media, come sono stati immaginati e
forgiati finora,
FINE SECONDO CAPITOLO
CITAZIONI:
Lucien
Levy-Bruhl - filosofo, sociologo, antropologo ed etnologo francese.
Armand
Mattelart - sociologo e teorico dei media e della comunicazione belga.
Nicholas
Negroponte - informatico celebre per i suoi studi innovativi nel campo
delle interfacce tra l'uomo e il computer.