REALE E VIRTUALE - Maldonado
Il rapporto tra la realtà e le sue rappresentazioni sta provocando molto interesse.
Per affrontare questa tematica Maldonado sottopone ad un'analisi la teoria della
damaterializzazione della realtà attraverso mondi illusori in cui si può imbattere l'uomo con le sue
tecnologie.
Inizia parlando della teoria della dematerializzazione della società e la controbatte, nel senso che
l'uomo non può trovarsi completamente estraneo alla società in quanto è un essere vivente, un
elemento plastico che deve necessariamente trovarsi a contatto con il mondo fisico e materiale,
q.Jindi Maldonado esclude a priori la dematerializzazione della società.
Escludendo questa teoria, Maldonado consiglia di parlare di Fantasmagorizzazione.
È quella tendenza di proiettarci in un mondo delle NON COSE.
Queste non cose sono vissute come ritratti di cose (anche se sono oggetti immateriali sono vissuti
come oggetti materiali).
Maldonado nel libro cita lo studioso Stanislav Lem ìl quale ha elaborato una teoria sulla causa e
sugli effetti di questa tendenza (non cose) da parte della cultura moderna per la creazione di questi
mondi illusori con funzione sostitutiva della realtà.
Infatti Lem chiama storia Fantasmologia e propone anche una tecnica che chiama Fantasmatica.
Secondo il filosofo Lem queste due devono cercare di individuare il motivo per il quale la nostra
società è finita per diventare una macchina che produce fantasmagorie.
Quindi in questa macchina le persone non si sentono sicure di avere a che fare con il mondo reale.
Lem inoltre studia anche la fantascienza e ha messo in evidenza il ruolo ambiguo di questo genere
letterario.
In questo genere letterario tutti i mondi sono possibilì e non c'è spazio per l 'utopia.
Noi accettiamo l'esistenza di questi due mondi finti poiché vengono realizzati in maniera tale che
l'incredibile/impossibile diventi più credibile.
Il tema della maggiore credibilità attribuita alla finzione è legato al ruolo delle tecniche di
rappresentazione del mondo visibile.
Ogni civiltà ha il suo modo di rappresentazione ma la nostra ha scelto un sistema che produce
immagini che devono essere vissute più reali del reale stesso.
Lui affronta varie tecniche della realtà (es. prospettiva- ceroplastica).
La prospettiva lineare ha fornito la migliore rappresentazione della realtà.
Poi c'è chi la pensa in maniera differente: non ha senso parlare di maggiore o minore realismo
perché il legame di un'immagine illusoria con la realtà sarebbe frutto di un intervento cl
decodificazione da parte dell'osservatore.
In questo senso la questione del realismo è improponibile perché la rappresentazione passa sotto
occhi non innocenti del senso che lo sguardo nel mondo da parte dell'uomo non è oggettivo ma
soggettivo.
l parametri che sanciscono il punto di vista dell'oratore sono:
- Riconoscere l 'oggetto rappresentato. Se per esempio mostro un accendino ad un selvaggio, che
non ha mai visto questo oggetto, egli non potrà riconoscerlo.
- Riconoscere il mezzo di rappresentazione. Se per esempio non conosci la fotografia, ma
conosci l'oggetto, se ti viene presentata una foto con l'oggetto dentro, tu ti concentrerai di più sul
foglio di carta che hai davanti piuttosto che sull'oggetto stesso.
- Possedere un grado culturale iconico in modo tale da riconoscere la rappresentazione a icona.